Le anomalie di Creta
Una New York ed una Carnac sui fondali dell’isola
Anche in questo intervento affronto un tema che rientra nella categoria delle “Scoperte con Google”, lo metto virgolettato per varie ragioni e chi ha letto già precedenti interventi ne coglierà l’intero senso; in ogni caso per brevità ripeto che conferme e o smentite circa la presenza di manufatti e strutture, possono essere fatte solo e soltanto con sopralluoghi e ricerche in loco e pertanto quanto illustrato deve essere preso con le dovute cautele o eventualmente come spunto d’indagine per chi ha buona volontà ma sopratutto mezzi.
Dopo questa breve prefazione, veniamo all’intervento; come sempre in quei sempre più rari momenti di calma, mi cimento a “navigare” su Google Map, cercando indizi ed elementi che siano coerenti con la linea e i contenuti pubblicati nel blog.
Questa volta le “vele tastierate del mouse” mi hanno condotto nei pressi dell’isola di Creta e già alla prima schermata appare qualcosa di curioso, insolito che inevitabilmente ricorda o assomiglia a qualcosa di familiare, se non fosse per le (solite) dimensioni ciclopiche.
Va detto che come sempre, prima di mettere nero su bianco, ho cercato di effettuare le opportune verifiche sia personalmente che con l’aiuto di collaboratori, contattando ricercatori e centri di ricerca ed in questa occasione ho il piacere di dire che questa è una di quelle ratissime volte in cui qualcuno ha risposto, almeno inizialmente; dunque, alle richieste di informazioni e di possibili chiarimenti, dopo i primi chiarimenti e spiegazioni “all’acqua di rose”, tentando un maggior approfondimento di aspetti tecnici specifici, il contatto, pare essersi interrotto, quindi anche in questo caso, non mi è possibile citare le persone in questione per le più che ovvie ragioni, in ogni caso, d’appresso riporterò la sintesi dello scambio epistolare.
Ma veniamo alla disanima della “scoperta”; come si osserva dall’immagine catturata da Goole Map, quello che salta agli occhi è davvero curioso.
Nell’area a sud-ovest e a nord-est dell’isola si osservano strane regolarità e per quelle a sud una estrema simmetria, tanto da far pensare alla pianta di un edificio; ora pensare si possa trattare dei resti di un edificio che ne evidenziano la planimetria è decisamente al di fuori di ogni logica, ne non altro perché tale struttura avrebbe una estensione di qualche migliaio di chilometri quadrati e seppure in questo blog ci interessiamo al giganti, in questo caso dovremmo parlare di “titani giganti”, esseri al cui cospetto appariremo letteralmente come formiche, quelle della specie più piccola però.
Restando su quanto si osserva a sud dell’isola e scartando dunque l’ipotesi titanica, quello che si osserva, per analogia riporta alla mete la planimetria di una città, ma anche in questo caso, date le dimensioni delle presunte strutture, non è possibile attribuirle all’umanità, visto che questa variano dal ½ chilometro ai circa tre.
Come ho detto, questa è una di quelle rare occasioni in cui qualcuno di competente ha inizialmente risposto, a parte coloro che hanno addotto scherzi da parte di Google o di qualche addetto all’elaborazione delle immagini, qualcun altro è stato più tecnico e preciso; per completezza riporto in sintesi il testo “Stando alla mia esperienza, queste anomalie sono conseguenti i differenti metodi di rilevamento dei dati geo statici del fondale marino ed applicati alla raffigurazione batti-metrica, quindi, se i dati non sono buoni queste anomalie vengono raffigurare come picchi come quelli che si osservano”.
A seguito di questa risposta, sono andato ad approfondire e suggerisco anche a voi di leggere questo documento, perché almeno nel mio caso, ha sollevato più domande che dato chiarimenti, non per quanto contenuto, ma piuttosto per l’incoerenza di quanto si osserva da Google in relazione alla scala battimetrica; mi spiegherò meglio nel prossimo passaggio, si tenga presente il grafico seguente circa le diverse modalità di rilevamento.
Considerando quella sorta di “shift” che si crea nella sovrapposizione grafica dei diversi rilevamenti e che darebbe come risultato visivo la formazione dei picchi, pur facendo una media dei valori, si evince comunque la loro presenza, seppure alterate nelle loro dimensioni.
Nel messaggio inviato per risposta all’esperto e che riporto in sintesi, si chiedevano delle maggiori delucidazioni e chiarimenti “… in relazione ai picchi, pur considerando i limiti e le problematiche tecniche, quello che lascia perplessi è la loro particolare regolarità, quindi come può accadere anche in presenza di discrepanze ed errori nei dati questi vengano interpretati in tal modo? Anche supponendo che il software disponga di una sorta di auto correttore o normalizzato-re per colmare le lacune su una base statistica, la presenza di queste regolarità non è in contraddizione e comunque confermata?
E possibile presupporre che concentrazioni particolari di metallo influenzino i segnali di rilevamento causando per l’appunto i picchi?”.
Inutile dire che dopo tale email, non vi è stata a tutt’oggi risposta, forse perché era stato inserito il link di un’altra “anomalia” di Google in cui si osservava quella che sembrerebbe essere una centrale idroelettrica a circa 4.000 metri di profondità?
Probabilmente non lo sapremo mai, ma non è un grande problema, da quando ho cominciato a pubblicare il blog, è prassi normale che ci si trovi di fronte ad un muro di gomma, anzi è già tanto che ce lo si trovi di fronte, perché ribadisco nella stragrande maggioranza delle volte, non si ottiene nemmeno una risposta.
Tornando all’immagine e supponendo che i picchi siano la conseguenza di una maggiore riflessione dei segnali di eco scandagli e sonar o rilevamenti satellitari, relativa ad una concentrazione particolare di metallo, possiamo immaginare che si possa trattare di una antica città sommersa persa nella notte dei tempi?
E come potremo immaginare questa città dell’antichità, visto che, ammesso e non concesso, gli antichi non impiegavano metallo nella costruzione di edifici?
Il progresso edile vede l’impiego di massicce quantità di metallo per lo sviluppo verticale dei palazzi da relativamente poco tempo, decennio più decennio meno, circa un secolo, quindi sarebbe estremamente irrazionale immaginare che in un passato remoto non fossero state utilizzate le medesime tecniche edilizie?
L‘idea di una New York greca certo fa sorridere, però, proprio in questo momento mi sovviene un pensiero, forse venato di complottismo, comunque degno di essere condiviso; e se la grande crisi economica in cui è stata gettata la Grecia e la sua pesante persistenza fosse proprio in funzione di quelle “cose” in fondo al mare? Chi avrebbe interesse a “rubare la caramella ai greci”?
Perché il particolare accanimento di taluni leader tedeschi e in generale della Germania (quale soggetto finanziario) nei confronti della Grecia? Bhé come recita il detto, “a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre”, e in questo caso, evidentemente c’è poco da sorridere sopratutto per i greci.
Le immagini seguenti sono una elaborazione dei colori dell’area interessata all’anomalia e cercano di esaltare quanto si vede; tornando al processo di formazione delle immagini battimetriche e tenendo presente lo shift tra tipologie di rilevamento che concorrono a formare l’immagine, la cosa che resta ancora poco comprensibile è perché queste immagini grossolane e sostanzialmente dislocate vengono usate nella cartografia di Google, altresì, sempre nella coerenza della realizzazione delle immagini, perché il programma non ha “normalizzato” i dati visto che sostanzialmente le differenze tra fondale e picco sarebbe sostanzialmente e pressoché analogo?
Anche nell’area nord-est dell’isola di Creta si osservano “picchi” che seppure non abbiano una simmetricità come quelli illustrati in precedenza, sembrerebbero avere una certa omogeneità di dimensioni ma sopratutto una strana ed insolita equidistanza nella distribuzione sul fondale e questo inevitabilmente riporta alla mente ancora qualcosa di familiare ed altrettanto misterioso, Carnac nel Morbihan, in Francia con le sue lunghe file di menhir allineati ed ordinati.
Dunque possiamo, sempre in via di ipotesi, supporre che quanto osserviamo a Carnac possa essere reminiscenza di una cultura antica o la riscoperta di qualche cosa di antico da parte di nuovi popoli?
Resta comunque l’inspiegabilità delle dimensione di questa Carnac greca rispetto quella francese visto che le dimensioni delle ipotetiche pietre, si possono stimare in chilometri e non in metri.
Una piccola osservazione, ma che forse potrebbe essere solo un coincidenza, i due siti avrebbero all’incirca il medesimo orientamento geografico; forse non vorrà dire nulla, ma come si suol dire, quando le coincidenze aumentano, forse non sono coincidenze.
Fine stesura 21 luglio 2016