Staminali, hamburgher si, cura no!


Kongburger, Dolphinnaghets, Whalesteaks
e molto altro nei fast food di domani.

Ha fatto scalpore e sicuramente segnato un picco dell’odiens dei media che hanno dato la notizia che è stato realizzato il primo hamburgher, svizzera o polpetta, chiamatela come vi pare, con l’uso delle cellule staminali di un bovino, l’esperimento sponsorizzato da Eric Schmidt soprannominato “mister google” è stato condotto in un laboratorio universitario olandese ed è costato circa un quarto di milione di euro.
Lo scopo dichiarato di questo esperimento “eco-nutrizional-culinario” è quello di ridurre drasticamente l’impatto ambientale che la filiera dell’allevamento animale ha sull’intero ecosistema e allo stesso tempo risolvere, almeno in prospettiva il problema del crescente fabbisogno alimentare globale.
È davvero lodevole e meritorio, segno di una grande sensibilità dimostrata dai promotori di questo grande ed altruistico progetto e richiederebbe un supporto ed un sostegno oltre che da parte della gente anche di quelli istituzionali e governativi.
Seguendo l’indole di “bonario malfidente”, voglio approfondire e per quanto possibile verificare se anche questo ennesimo rivoluzionario progresso scientifico e tecnologico risplenda di luce propria oppure se come per molti altri sia l’escamotage per attingere a finanziamenti pubblici e governativi per sostenere un’iniziativa dagli intenti e dagli obbiettivi prettamente privati; come prima cosa c’è da tenere in conto che la metodica è sperimentale e attualmente rinchiusa all’interno di laboratori e alambicchi, quindi occorrerà trasformare il procedimento, peraltro particolarmente costoso, in un processo industriale remunerativo e teoricamente garante della genuinità e sanità del prodotto, detto questo sulla lunga prospettiva e restando sulla “carta”, l’eco sistema ne avrebbe un notevole sgravio, se si considera, che gran parte della produzione agricola è destinata all’impiego in zootecnia, il “risparmio ambientale” sotto il profilo del consumo idrico, quello dell’uso dei fertilizzanti e dei pesticidi, si rivelerebbe un qualcosa che ecologisti, ambientalisti e naturalisti di tutto il mondo, non potrebbero non definire come una svolta epocale, la tanto sospirata “inversione di rotta del genere umano rispetto madre natura”.
Occorre chiedersi se davvero il luccichio di questa innovazione sia indice di una “Eldorato Urbi et Orbi” oppure lo scintillio sia volutamente accecante per nasconderne le insidie; facendo l’avvocato del diavolo e indossando le vesti di chi vuole rompere l’incanto a tutti i costi, ipotizziamo che un tale sistema di produzione alimentare alternativo possa soppiantare del 50% quello “tradizionale” bene, a prima vista sarebbe gran cosa, ma le aziende e le industrie che operano su questa filiera, dovranno ridurre nella medesima misura, se non in percentuali maggiori, produzione e addetti, quindi, oltre il declino delle industrie anche quello occupazionale, evento che non può certo non influire e ripercuotere gli effetti sulla sfera economica, politica e sociale con tutte drastiche e drammatiche conseguenze.

Chiedo, perlomeno a chi ha buona memoria, tutto questo non ricorda qualcosa che è già avvenuto?
Forse la mente mi trae in inganno, ma quando fecero la comparsa gli OGM, non furono addotte argomentazioni più o meno identiche, altrettanto persuasive ed altamente “altruiste” da proporsi come “via per la soluzione al problema della fame nel mondo?”, eppure, sorvolando sulle diversità legislative dei vari paesi circa la coltivazione e l’impiego degli OGM la tanto importante, improcrastinabile questione della carestia e della sussistenza alimentare è sostanzialmente svanita, dissolta sotto le reali motivazioni.

Non è forse vero che gli agricoltori che hanno utilizzato per primi queste sementi, poi si sono trovati un prodotto sterile e quindi non utilizzabile per la semina seguente, come nella prassi naturale? Quindi obbligati all’acquisto delle sementi direttamente dai produttori di OGM, instaurando di fatto un circuito chiuso in cui l’agricoltore non potrebbe sottrarsi, se rapportiamo questo “schema” a quelle nazioni che per circostanze politico-economiche oppure per eventi climatici eccezionali subiscono una fase di carestia, l’impiego di questi organismi modificati potrebbe essere la soluzione, perlomeno temporanea al fabbisogno primario, ma questo inevitabilmente comporta che l’economia di quel paese è in sostanza direttamente dipendete dall’azienda o dal paese che gli fornisce tali prodotti e quindi, più che di un vero e proprio aiuto, tutto questo si traduce in un asservimento “sine qua non” sopravvivi.
Tornando all’hamburger staminale, seppure con una metodica differente, la logica sarebbe sostanzialmente la stessa, quindi aldilà delle buone intenzioni, le questioni etiche e morali sono solo un pretesto, un apripista strumentale per cercare di estendere il controllo e la gestione di uno dei fabbisogni primari.

Sorvolando per il momento su quelli che sembrano essere elementi di una cospirazione o forse un piano per la subornazione di popoli e nazioni ad un non ben chiaro progetto, quello che è estremamente interessante è riscontrare l’assoluta latitanza dei “moralisti”, siano essi personaggi più o meno degni di tale fregio che organismi, enti, associazioni laiche o religiose di tutto il mondo, ma non è certo un novità l’atteggiamento elusivo su queste delicate questioni, ad esempio il silenzio per quanto riguarda la realizzazione di cellule artificiali, l’assoluta latitanza nel dare indicazioni di qualsiasi tipo circa il rivoluzionario e oltremodo fantascientifico bio-computer o l’altrettanto e avveniristico “medusoide” a base siliconica incrociato con cellule di ratto.

Volendo a fare un po di “dietrologia” possiamo ipotizzare che dietro questo disinteresse o meglio le ragioni di questo comportamento elusivo ci possano essere questioni riferibili ad un conflitto d’interesse? Mi spiego meglio, prendiamo ad esempio il World Commission on the Ethics of Scientific, questo organismo è di fatto il vertice mondiale per le questioni etiche in campo scientifico, eppure da quello che mi risulta, nonostante abbia svolto ricerche, sulle questioni enunciate, non c’è stato un benché minimo pronunciamento, eppure le questioni riguardano strettamente aspetti sulla vita, sull’etica e la moralità nel rapportarsi a questi temi e nel loro sfruttamento; comunque il W.C.E.S. Risulta essere un’appendice dell’Unesco quindi dipendente da finanziamenti internazionali e da privati che potrebbero in un certo modo condizionare l’operato e le scelte dell’organismo in funzione di precipui interessi e prerogative.
Certo questo è un atteggiamento malfidente e per certi versi venato da un po di paranoia, ma penso che a volte rifarsi ai “grani di saggezza popolare” possa rivelarsi utile per sgomberare le cortine fumogene, quindi prelevando uno di questi grani, “a pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca quasi sempre”, dopo tutto le lobbies, non operano solo ed esclusivamente nell’ambito del Congresso Americano, il raggio d’azione è qualunque centro di potere nazionale o internazionale che possa favorire e sostenere le specifiche prerogative ed interessi, quindi…

Voglio precisare che sostanzialmente non sono contrario a quello che può rappresentare un progresso tecnico scientifico, purché questo si riveli effettivamente un progresso per tutti e non per chi da questo progresso ne acquisisce unilateralmente e in modo esclusivo un vantaggio, qualunque esso possa essere, quindi in linea di massima, non sono contro ne gli OGM, ne contro l’hamburger staminale, chissà magari tra una decina d’anni da McDonald’s o in qualunque altro fast food sarà possibile degustare un menu molto più variegato, che so, un Kongburger* (hamburgher di gorilla), delle Dolphinnaghets* (feiletti di delfino), delle Whalesteaks* (bistecca di balena) e perché no magari per i più “esigenti e raffinati degustatori” un formidabile Big H Mac (Humanburgher) con triplo formaggio di lemure e salsa wasabi; si riconosco di aver ecceduto con il Big H Mac, ma dato che si tratta di cellule staminali e non di un essere umano vero e proprio, il problema dell’antropofagia sarebbe superato, almeno sotto il profilo legislativo e diverrebbe solo una questione di sensibilità personale.

Tornando al titolo dell’intervento appare evidente che il silenzio delle “autorità etiche” su questa faccenda seppure in assenza di una qualsivoglia presa di posizione, equivale e risponde alla logica del “silenzio assenso” quindi in pratica il via libera, se non allo sfruttamento commerciale della metodica staminale, quantomeno al proseguire la sperimentazione e alla ricerca in quella direzione; c’è da dire che comunque questo tipo di ricerca si potrebbe rivelare particolarmente utile in campo medico e sanitario, il fatto che si siano ottenute fibre muscolari è indubbiamente un risultato ragguardevole e che apre lo spiraglio per tutta una serie di malattie degenerative come ad esempio la distrofia muscolare, oppure in quei soggetti che a seguito di gravi traumi è stato rimosso una parte importante di un o più muscoli.

Questo però ci porta alla situazione attuale, perlomeno per quanto riguarda la realtà del nostro paese (Italia) in cui tutto deve subire e sottostare al processo di “burocratizzazione Kafkiano”, ho sottolineato lo status del nostro paese perché come sempre restiamo indietro a molti altri paesi, pur essendo titolari di grandi ed innovative scoperte e ci si “lascia” surclassare su quel terreno proprio per colpa di uno “status ambientale degenere” che favorisce altri paesi in cui si mettono a frutto le scoperte e le si utilizzano in procedenti pratici e concreti; sempre per restare ne lcampo delle staminali, non è forse già prassi ordinaria l’utilizzo di metodiche “antiage” basate sull’uso d icellule staminali?
Non sono forse già utilizzate procedure, seppure sperimentali e pionieristiche di verifica di potenziali “vaccini anticancro” proprio con l’impiego di cellule staminali e l’utilizzo di cure virali?
Queste nazioni, sfruttando o meglio usando le scoperte dei ricercatori italiani, si sono portati avanti almeno di dieci quindici anni sul terreno della ricerca, ma perché questa sorta di “masochismo nazionalista?”, come ho detto voglio dare sfogo all’indole di “bonario malfidente” e ricorrendo alla pratica della dietrologia, vediamo se è possibile razionalizzare e comprendere le ragioni di questo “amorfismo italico”, certamente dietro la ricerca sulle staminali, si celano interessi inimmaginabili, sopratutto da parte delle multinazionali farmaceutiche, detto questo, se c’è qualcosa di buono che ha stabilito il W.C.E.S., è l’inbrevettabilità del gene umano ne di qualunque altro procedimento ad esso riferibile, quindi tenendo presente questo essenziale e fondamentale parametro appare evidente che le multinazionali non possano e non devono “raggiungere l’uva”, ma c’è sempre un ma o un però, quindi se in prima istanza sussiste questa preclusione per le multinazionali, sussiste la possibilità da parte di queste, di esercitare una pressione lobbista, per limitare o rallentare lo sviluppo, l’uso e il proliferare di queste metodiche al di fuori della loro gestione e controllo.
Certo il quadro che emerge è cupo e decisamente dominato dal cinismo; ci si deve davvero stupire di questo?

Chi si ricorda che qualche anno fa le aziende che producevano il vaccino influenzale non avendo più a disposizione il vaccino ha messo sul mercato della semplice acqua?
Si è vero, non era certo acqua del rubinetto, era altamente sterilizzata e pura, ma con il vaccino non aveva nulla a che fare eppure l’hanno veduta come vaccino, ora se questa è l’etica e la morale che perseguono, è davvero il caso di stupirsi che tentino di fare qualunque cosa pur di aggiudicarsi i diritti di sfruttamento di una metodica di per sé estremamente semplice (relativamente) e dai costi irrisori e con un potenziale di efficacia che nemmeno la “pietra filosofale” potrebbe eguagliare?
Tanto per essere un po autoreferenziale ai contenuti di questo blog, si legga l’intervento sul Dottor Royal Raymond Rife e si potrà avere una indicazione delle dimensioni degli interessi in gioco.
Quindi entrando nello specifico dell’italico paese e delle peculiarità che contraddistinguono questo grande paese, si evidenzia l’enorme piccolezza e cecità della sua classe politica e dirigenziale che pur di costruire e tutelare il proprio “orticello” sono altrettanto se non disposti ad essere maggiormente più cinici delle stesse politiche delle multinazionali.
Nella pratica e in sintesi per far comprendere meglio quali possono essere i meccanismi, al politico o al gruppo che direttamente o indirettamente sostiene le prerogative della lobby, verrebbe garantito il “controllo e la gestione” della specifica materia, ovviamente il politico o il gruppo, fonderà una fondazione o una associazione no profit il cui scopo è per l’appunto quello di gestire lo specifico settore o materia, nella fattispecie per quanto riguarda le staminali, non mi sorprenderei che il veto più o meno blando espresso dal “governo” non inteso come governo in carica ma piuttosto come insieme dei burocrati di alto e medio livello, possano cambiare radicalmente posizione nel momento in cui questa onluss o fondazione veda la luce.

Tornado al titolo dell’intervento è evidente che in linea generale sia più inclini ad usare le cellule staminali per produrre degli hamburgher piuttosto che utilizzare la metodica in campo sanitario e medico, perché se pur persistendo tutte le incertezze sulla definitiva e totale eliminazione della/delle patologie degenerative, queste cure potrebbero dimostrarsi, se non lo hanno già fatto, una notevole e superiore riqualificazione e miglioramento delle condizioni generali dei malati e della qualità della loro vita e dei loro familiari.

Riconosco che questo intervento ha un tasso particolarmente elevato di cinismo, ma cari signori e signore è d’uopo togliersi le fette di salame dagli occhi, se non altro per una questione igienica, come ho detto anche in altre circostanze l’etica e la morale in campo scientifico non esistono e quando questi argomenti sono addotti, è sostanzialmente perché si vogliono celare interessi e scopi che con l’etica e la morale hanno ben poco a che fare e che anzi quasi sempre sono in antitesi; fare affidamento sulle buone intenzioni di chi in sostanza investe grandi fondi, motivato forse da sensi di colpa per le proprie ricchezze o più probabilmente allo scopo di “garantirsi” un qualche vantaggio rispetto i comuni mortali, ha il sapore di una mela avvelenata.

Come sempre i link di riferimento:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/06/hamburger-alle-staminali-ma-sostenibilita-cosa-centra/678478/
http://www.unesco.org/new/en/social-and-human-sciences/themes/global-environmental-change/comest/
http://it.wikipedia.org/wiki/Organismo_geneticamente_modificato
http://www.focus.it/scienza/Biologia_sintetica_la_vita_creata_in_laboratorio_C12.aspx
http://trattamentocellulestaminali.it/

* NOTE:
Kongburger, Dolphinnaghets, Whalesteaks, sono coperti da diritti intellettuali… i miei ovviamente 🙂
Un ulteriore pizzico di cinismo, ma “businnes is businnes” e chi sa mai, nell’eventualità che si possano degustare tali prodotti, il marchio è disponibile al miglior offerente.


Fine stesura 12 agosto 2013

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