Cosa si cela sui fondali oceanici? III°

Ribadisco il principio esposto nei due precedenti interventi su quanto si osserva e quel che si vuole vedere, aggiungo inoltre che si devono tener presenti quelle che sono le specifiche sia del mezzo con cui si osserva che dell’oggetto osservato; nella specificità il mezzo in questione è Google map.
Faccio questa precisazione perché mi è stato fatto notare che nei precedenti interventi ho espresso una eccessiva fiducia sulla genuinità delle mappe di Google, probabilmente e me ne scuso, questa precisazione andava espressa in modo più rimarcato nel primo intervento, come è più che noto, Google map è un prodotto specifico della cartografia stradale e sicuramente evolverà o svilupperà un progetto specifico quale tutore per l’assistenza alla guida, ma è e resta un progetto ad uso civile.
Certamente potrà in un prossimo futuro potrà implementare funzionalità scientifico-didattiche, ma non potrà certo “invadere” il campo esplorativo ne quello militare, avrà indubbiamente delle limitazioni relative e conseguenti a questioni di costi e di sicurezza, ma detto ciò resta il fatto che è la piattaforma più utilizzata e come ripeto rivolta ad un uso stradale piuttosto che cartografico e ancor meno oceanografico, quindi essendo l’unica piattaforma attualmente disponibile, l’utilizzo è in un certo qual modo obbligato, non vi pare?
Chiudendo questa piccola polemica, dico che chiunque sarebbe ben felice di poter fare le proprie ricerche e osservazioni su mappe e cartine con il più alto dettaglio e risoluzione, magari anche in 3D ma ad oggi se eventualmente tali mappe dovessero essere disponibili, inevitabilmente sarebbero esclusivo appannaggio militare, quindi occorre arrangiarsi con quello che si ha.

Immagine di Google map alle coordinate: 83.614445,-13.051758

Riprendendo il resoconto delle anomalie dei fondali oceanici, voglio sottoporre alla vostra attenzione a qualcosa che non ha a che fare con ipotetiche strutture artificiali o naturali, ma bensì con ciò che potrebbe essere identificabile come un mezzo di trasporto.
L’oggetto in questione si trova alle coordinate 83.614445,-13.051758 di Google map;
la forma particolarmente netta ed affusolata dell’oggetto ricorda quelle di un sottomarino, però quello che sorprende e inevitabilmente porta a considerare che questo non sia il frutto dell’odierna tecnologia, almeno da quello che ci è dato sapere, sono le dimensioni stesse dell’oggetto, in fatti se la scala riportata in mappa è corretta questo avrebbe delle dimensioni abnormi e misurerebbe dieci chilometri di lunghezza e due di diametro.

Ora per quanto avanzata possa essere la scienza e la tecnologia militare sottomarina, sommergibili di tali dimensioni sarebbero al di fuori di qualsiasi ipotesi realistica quantomeno per quello che sarebbero i costi di realizzazione; ipotizziamo che tale progetto sia comunque stato realizzato e come esposto nell’intervento del “Castello di Poseidone” la domanda è dove potrebbe esser stato realizzato, le strutture e le infrastrutture idonee alla costruzione di un tale vaschello non sarebbero passate inosservate, secondo, pur disponendo degli stanziamenti e realizzandolo in una base sotterranea i tempi per la realizzazione sarebbero particolarmente lunghi se rapportati con la realizzazione di un sommergibile tradizionale, terzo il personale necessario dovrebbe essere moltiplicato per 100/200 rispetto le maestranze impegnate normalmente in un sottomarino classico.

Dunque, per quanto verosimile possa essere l’ipotesi risulta alquanto improbabile.
Lasciamo spazio alla fantasia e se questo mezzo fosse comunque un manufatto terrestre ma proveniente dal futuro?
L’ipotesi è intrigante ed Hollywood ha già realizzato una pellicola su questo argomento, Sfera, con Dustin Hoffman, Sharon Stone e Samuel L. Jackson quali interpreti principali; che il soggetto sia stato ispirato dall’oggetto di cui si sta parlando?
Come ho detto l’ipotesi è affascinante, ma l’idea di qualcosa proveniente dal nostro futuro oltre a porre una sequela interminabile di interrogativi sarebbe altrettanto inquietante per i risvolti che questa comporterebbe.
In questa prospettiva, una domanda per tutte; sarebbe possibile modificare il corso della storia recente o antica tornando in dietro nel passato? Bhé lascio a voi immaginare nel bene o nel male quello che potrebbe essere il nostro presente, sempre che fossimo contemplati nel presente alternativo.

Fonte immagine: http://mitiemisteri.com/

Sempre rimanendo in un’ottica fantascientifica, sicuramente avrete sentito parlare della missione Apollo 20 il cui scopo era quello di recuperare una presunta astronave sulla superficie lunare, ora sempre con uno sguardo critico, la domanda è, sempre che questa cosa sia vera, date le dimensioni dell’astronave, che a quanto pare sono attorno ai quattro chilometri di lunghezza e poco meno di uno di altezza, analoghe comunque a quelle dell’oggetto visibile in Google, come sarebbe possibile trasportarla sul nostro pianeta?
Ipotizziamo che la tecnologia antigravità abbia fatto salti, è proprio il caso di dire, da giganti, e che in un certo modo quell’astronave sia stata “trasferita” sulla terra, dove sarebbe possibile nasconderla ad occhi indiscreti elettronici inclusi?
Sicuramente il fondale marino è indubbiamente uno dei migliori sia per economicità che per le qualità della coltre d’acqua in quanto fornisce una maggiore schermatura rispetto i satelliti termografici che a quelli ultravioletti, inoltre un oceano che per sua ubicazione e natura permetta una scarsa visibilità dai satelliti e da eventuali curiosi naviganti durante l’arco dell’anno; gli oceani polari si rivelano ideali, ed aggiungo, il più vicino possibile alla nazione che ha sponsorizato la missione stessa.

Ohibò, ma l’oceano artico sembra proprio il candidato ideale! Dunque che l’astronave dalla superficie lunare sia stata effettivamente parcheggiata nell’oceano artico?
Diciamo di si, ma comunque qualcosa non quadra ancora; seguendo quest’ottica, allora mi domando come mai l’area visibile da Google non è stata “smuggiata” come avviene per le aree sensibili quali basi e installazioni militari?
Seconda considerazione, da quello che si può vedere dalle immagini di Google, l’oggetto è decisamente più grande, almeno il doppio, quindi, o non è lo stesso oggetto, oppure la scala riportata non è corretta.
Se non è lo stesso oggetto, è possibile che si tratti di una seconda astronave, magari della stessa flotta, precipitata chissà quando invece che sulla luna sul nostro pianeta?

Possibile che il satellite di Google abbia “gabbato” i servizi di sicurezza e che la cosa sia sfuggita agli occhi più acuti e sofisticati dei satelliti spia, ai programmi per il riconoscimento degli oggetti e agli analisti?
Sinceramente pensare che mezzi e personale altamente qualificati abbiano fatto cilecca è una forzatura così come pensare che abbiano creduto che la cosa potesse passare inosservata; dunque si tratta di una operazione di disinformazione per sviare l’attenzione da qualcosa d’altro?

Anche se il clima politico tra le potenze mondiali si è rasserenato e percorre i più che auspicabili sentieri di una assoluta “pacificazione”, la supremazia in campo scientifico e militare persiste ancora, pertanto una sorta di “joint-venture” in questa faccenda la trovo alquanto improbabile, di conseguenza se un tale recupero fosse realmente avvenuto, sicuramente da parte degli “esclusi” vi sarebbero state azioni di disturbo almeno sotto forma di fughe di notizie e documentazione riservata.

Tornando all’oggetto in questione, come si vede dall’immagine satellitare, la forma è molto simile a quella della ipotetica astronave madre lunare e analogamente posizionata in una sorta di avvallamento; questo fa presupporre che non si sia verificato un crash-down, ma quantomeno una sorta di manovra d’atterraggio anche se di fortuna, in quanto l’oggetto risulta essere intero.

Le immagini seguenti sono le elaborazioni di quanto emerge da Google map per evidenziare meglio l’oggetto e dall’ingrandimento si nota una la forma a “proiettile” ossia parte più appuntita presumibilmente la prua e il lato opposto più “piatto” la poppa.

Immagine di Google map elaborata

Immagine di Google map elaborata

Immagine di Google map elaborata

Concludendo anche questo intervento, faccio una ultima considerazione, osservando l’oggetto e l’area circostante, sembra proprio che questo si trovi li da un tempo relativamente recente, almeno per quelli che sono i tempi per la sedimentazione dei materiali che cadono dalla superficie, altrimenti il relitto sarebbe maggiormente “interrato” e decisamente meno visibile; chiudo facendo come al solito una provocazione e se l’oggetto fosse semplicemente parcheggiato?
Se si osserva bene l’area, verso la “prua” si notano due macchie scure, mentre sulla parte inferiore dell’immagine, si scorgono due sporgenze che in una certa misura sono parallele e sembrano essere dei parallelepipedi di identica dimansione; le strutture di una base aliena sottomarina?

Ai posteri l’ardua sentenza.


Fine stesura 31 gennaio 2011

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15 risposte a Cosa si cela sui fondali oceanici? III°

  1. Susanna ha detto:

    Ciao, ho guardato un po’ tra le cose che hai pubblicato, ma non ci sono quelle che ho osservato io. Potrebbero essere scemate, ma c’è chi ha speculato (una trasmissione televisiva mediaset a caso) su “cose” simili, ma molto più rozze.
    Posso mandarti le immagini che ho salvato? Mi viene più veloce che segnalarti tutte le coordinate, se mi passi una mail, qui sopra non so se sia possibile.
    Grazie
    Susanna

    • phoo34 ha detto:

      Ciao Susanna, ti ringrazio per la disponibilità, non fornisco email, è una mia fissa e spero che non la prenda a male, comunque vedo che hai un indirizzo di un blog potresti postare le immagini li.
      Comunque non è necessariamente detto che si possa trattare di “scemate” come dici, a volte, quello che pare essere qualcosa di sorprendente, a volte lo è realmente; di cose “misteriose” ne ho scovate parecchie con google, alcune sono riuscito a “catturarle” altre purtroppo sono finite otto i colpi della censura, quindi …

      • Susanna ha detto:

        Oh, sai che non vedevo la risposta? Scusa…no, non la prendo affatto male, non sai quanto io capisca…senti, io ho appena postato sul blog un capitolo in cui tratto dell’argomento, ma senza immagini.
        Posso provare ad aprire una pagina a parte, poi ti mando il link, spero le tenga, sono un pochine, le sto raccogliendo da un paio di anni! ^_^
        Ti ricontatto!
        Grazie

      • phoo34 ha detto:

        Eventualmente, se preferisci il blog dispone di un gruppo su Faceboock potresti postare le immagini li, purtroppo ho sempre poco tempo da dedicare ai social quindi potrebbe passare qualche giorno prima di approvare commenti e/o iscrizioni… abbi un po di pazienza.

      • Susanna ha detto:

        Grazie, ma ho fatto.
        Ho messo una pagina collegata al discorso trattato sull’altra, con alcune spiegazioni sulle immagini, ci stava a fagiolo, se qualcuno volesse porsi domande.
        Ti metto il link: http://valdombrafairies.blogspot.it/p/come-polvere-nel-deserto-immagini.html

      • phoo34 ha detto:

        Ottimo lavoro Susanna!
        I fondali oceanici sono completamente ricoperti da quelle strane linee che si estendono per migliaia di chilometri; va detto che queste strane conformazioni possono essere attribuite alla deriva delle placche, ma seppure idealmente questo è un ragionamento logico, resta incomprensibile come possono rimanere perfettamente rettilinee, facendo uno sforzo di immaginazione si potrebbe presupporre che siano appoggiate sul fondale e quindi scivolando su di esso restano dritte.
        Per le forme geometriche che hai evidenziato sul blog, le cose sono più complesse, osservando la loro disposizione si osserva una sorta di sovrapposizione ed oggettivamente questa cosa è fuori da una logica ingegneristica, almeno per quella umana, inoltre ho notato in molti altri siti le “strutture” a differenza dell’architettura classica si estendono in larghezza piuttosto che in altezza ed anche questo è in contrasto con quella che è la fisica visto che a quelle profondità la pressione è decisamente elevata; questo sempre in via di ipotesi, vorrebbe significare che non siano, edifici (sempre come li concepiamo noi) forse delle piste di atterraggio?
        Effettivamente queste linee, hanno una grande affinità con le famose piste di Nazca, con la differenza che oltre ad essere sotto migliaia di metri sotto l’acqua la loro estensione è abnorme.
        Che forse siano le antiche piste di atterraggio pre-diluvianie Emki, Enlil & Co?

      • Susanna ha detto:

        Ciao!
        Dunque, riguardo lo scorrimento tettonico, proprio in quell’area, richiederebbe un discorso molto a parte, che sarebbe cosa lunghina, soprattutto considerando la conformazione del Ring Of Fire e della piattaforma oceanica del Pacifico, per cui prendo per buona la tua ipotesi. Però rimane la questione dei quadrati che sembrano veramente troppo regolari e ripetuti per essere casuali.
        Là vicino, ricordo che si trova il famoso e contrastato monumento d Yonaguni. 😉
        Sulle piste, immagino tu ti riferissi a quelle tra Costarica e Coco Island: per essere costruzioni sono effettivamente strane e poco pratiche, ma considerarle piste di atterraggi, ecco…non sono un pochetto arzigogolate? O_O
        Io darei per scontato, perdona la superficialità, che, SE si tratta di formazioni artificiali, siano state fatte in un periodo in cui quel territorio non dovesse essere sommerso.
        Potrei sbagliare, perché, proprio a causa della profondità, una struttura verticale la subirebbe maggiormente la pressione, rispetto ad una cosa bassa e allargata o allungata, sulla quale la massa si potrebbe meglio distribuire, forzando meno.
        Mi interesserebbe, però, sapere cosa pensi di quello che io ho definito “shuttle”, perché io lo trovo affascinante, anzi, proprio bello, per capirci e ho visto che tu hai evidenziato oggetti somiglianti, ma molto più piccoli, almeno in apparenza.
        Un saluto, buona settimana

      • phoo34 ha detto:

        Quando dico che i fondali oceanici sono segnati da “piste” intendo in senso letterale, se osservi bene potrai notare “rette” che si estendono per migliaia di chilometri che ad un certo punto deviano, si sdoppiano o triplicano proseguendo sempre in linea retta e che poi incrociando altre rette.
        Come avevo detto, nella risposta precedente, le similitudini con le linee di Nazca sono molte ed aggiungo che probabilmente le famose “ley lines” di superficie siano parte di uno schema più complesso che comprende anche e sopratutto quelle linee subacquee.
        Per le strutture che hai evidenziato non so cosa possano essere ne quale possa essere lo scopo, è possibile, se effettivamente fossero delle strutture, come per le strutture megalitiche di superficie sussistono relazioni geometriche ben precise anche queste potrebbero essere in relazione con quelle di Yonaguni.
        Aldilà di quello che è possibile osservare con Google, va tenuto presente che si tratta sempre e comunque di immagini elaborate; (manipolate) per non ripetermi ulteriormente ti suggerisco di leggere quanto ho scritto sulle immagini satellitari nell’introduzione dell’intervento “Il castello di Poseidone e la casa delle sirene“.

        Devo constatare ulteriormente come la “gomma censoria” abbia colpito nuovamente; l’immagine catturata da Google Map nel 2011 alle coordinate “-1.347898,-174.627686” e che già in precedenza erano state sostituite con immagini molto meno dettagliate, oggi l’area specifica è completamente stata “ridisegnata”, cancellando qualcosa di “imbarazzante”.

  2. giacomo ha detto:

    ciao nella fotografia di quella presunta astronave parcheggiata sotto al mare, trovo una strana somiglianza a quella trovata nel deserto che tanti sanno. Che dire? Penso che gli USA abbiano in mano tecnologie altamente evolute ai più sconosciuti – Be’ ogni tanto posso dimenticare per nostra fortuna. Ho salvato tante cose strane ed inspiegabili che ci vorrebbero mesi per elencarle e farci dei studi.

    • phoo34 ha detto:

      Come ho avuto modo di ribadire più e più volte, con la miriade di satelliti, sonar e chissà quale altra strumentazione speciale, tutto quello che c’era da osservare è stato osservato, registrato ed archiviato e nell’eventualità censurato, la questione è che data l’enorme mole e varietà di materiale è possibile che qualcosa sfugga alle “maglie”, quindi con tutte le cautele del caso quanto si vede, mi correggo vedeva da Google map o hearth, visto che alcune aree sono state “aggiornate”, mostrano qualcosa di estremamente insolito sopratutto per le dimensioni.
      Non so a quale astronave del deserto a cui ti riferisci, sarebbe interessante fare eventuali raffronti con le immagini se fossero disponibili, ma sempre con il dubitativo, le dimensioni della presunta astronave/sommergibile che si vede dalle schermate catturate da Google, raggiungono più o meno i 10 Km di lunghezza e i 3 Km di diametro.

  3. giacomo ha detto:

    Beh, di anomalie sul fondo marino, ne ho riscontrate anch’io e che sono d’accordo con Te Alessio: su g.e. vi sono parecchie incongruenze come ad esempio, piste di aereoporti (con l’aereo) spostati di centinaia di metri, etc. – oso dire, che forse, tali foto, possono essere state manipolate appositamente, tanto, per farci parlare o fantastificare sulle ns. teorie: mi piacerebbe che fosse invece, tutto vero. Ad ogni modo, penso che eventuali mezzi extraterrestri ne siano esistiti di già in epoche remote; per un po’, successivamente hanno cambiato rotta e poi sono ritornati in forma massiccia (basti ricordare l’oggetto di Aurora in America del 1893 mi pare). Prima o poi, e non troppo lontano da oggi, penso che i “maxmedia internazionali” svisceranno verità intriganti…- ciao

    • phoo34 ha detto:

      Ciao a te Giacomo, per quanto riguarda le immagini satellitari, di Google, sono un collage di “scatti” che in realtà non sono scatti fotografici veri e propri ma una ricostruzione digitale che poi viene assemblata in un tutt’uno, detto questo le incongruenze di ui parli sono relative al programma che “assembla” le varie sezioni e quindi è possibile che scatti della stessa zona possano sovrapporsi causando le stranezze di aerei semi trasparenti o strade deformate, per maggiori info prova a ricercare nei siti dei satelliti utilizzati da google, comunque sappi che la maggior parte dei satelliti sono “controllati” da organismi internazionali, quindi come ho detto anche in altre sedi, tutto quello che c’era da vedere o da scoprire è già stato visto e scoperto, quindi ciò che si vede è perché è stato concesso.

  4. perdido ha detto:

    caspita le immagini che si trovano ora su google dei fondali marini sono di risoluzione più bassa pare tutto un po offuscato rispetto a quelle da te salvare e postate su questo blog inoltre pare proprio che manchi qualcosa nella zona interessata come se fosse stata “cancellata” in più hanno aggiunto quel fastioso effetto da superfice marina che non serve a nulla

    comunque che un astronave dalla luna sia stata portata sulla terra per portarla sul fondo del mare mi pare al quanto improvabile

    • phoo34 ha detto:

      Ciao perdido, Google di fatto utilizza le immagini di diverse agenzie spaziali compreso la NASA, ESA ecc ecc, inoltre devi sapere che l’utilizzo di satelliti proprietari, ossia di privati, è regolato da concessioni nazionali (USA) ed internazionali, che vincolano chi li utilizza al riserbo su aspetti soprattutto relativi a questioni di carattere tecnico militare come localizzazioni di basi e installazioni militari e tutto quello che direttamente o indirettamente potrebbe avere un’attinenza con questo; di fatto e sostanzialmente praticamente tutto, tornando alle immagini “sfuocate” come ho detto in altri commenti ai diversi post, spero che ciò sia derivato da un errore di aggiornamento, ma è una pia speranza dato che la verità è tutt’altra.

      Per quanto riguarda l’astronave “lunare” che sia stata spostata nelle profondità dell’oceano artico era solo una provocazione, anche perché ci si dovrebbe interrogare sul come sia stato possibile effettuare il “trasloco”, ma sopratutto il perché in un luogo cosi inaccessibile per chi dovesse fare del “reverse engeniring”, non trovi?

  5. phoo34 ha detto:

    Oggi ri-scorrendo l’intervento mi sono reso conto che è cambiato qualcosa, inizialmente non avevo fatto caso alla “frame” della mappa di Google, ma poi scorrendo le immagini dell’area che avevo catturato mi sono reso conto che nella specifica area della Google-map era staro “dissolto” qualche particolare.
    Quello che potrebbe darmi fastidio non è tanto il fatto che si potrebbe pensare chi sa che cosa; di questo non mi preoccupo, anche perché in ogni caso l’unico a sapere se le immagini proposte siano autentiche oppure no, sono soltanto io che le ho postate, come dicevo quel che mi potrebbe dare fastidio è che quoto “accadimento” potrebbe dare adito e soffiare sui già tanti sospetti che Google, coattivamente o no, collabori con il “Grande Fratello”, dopo tutto, in questo pazzo mondo tutto è possibile.
    Dal canto mio, voglio mantenere un atteggiamento di “ingenuità” rispetto il fatto che quanto è ora visibile tramite Google Map sia dovuto ad un, definiamolo problema tecnico, magari relativo all’aggiornamento delle immagini con un più alto dettaglio.
    Come dico sempre, chi non fa un “Nulla” non potrà mai sbagliare mentre, chi lavora o comunque fa qualcosa, può commettere errori e sbagliare.

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